Il disegno
Il disegno: gesto intimo del
creatore
Di Eduardo Rodà
Proscenio170@gmail.com
©
Gianguido Fucito
Nel dicembre 1999, partecipai
alla mostra di gruppo –
Le dessin: geste
intime du créateur- ( il disegno: gesto intimo del creatore) alla
Galerie Bernard di Montréal, l’allestimento e la
presentazione, furono dell' allora Direttore della galleria, Gianguido Fucito,
che per l'occasione, ripropose un testo, già pubblicato nel 1990, sulle pagine della rivista d’arte: Espace sculpture – Volume 6, numero 2,
inverno, 26 marzo 1990 pag.
41-43
L’autore, nella riflessione all ‘epoca, analizzava l'importanza del disegno (o
lo schizzo) nella creazione di un’opera d’arte, mettendo soprattutto in
evidenza la sua funzione e necessità nel processo di creazione.
Dopo un quarto di secolo,
rivenendo sulla questione, ho chiesto al Professor Fucito, cosa ne pensasse oggi.
Quindi, ne sono scaturite alcune riflessioni in merito, che ripropongo qui di
seguito.
Domanda :
Professor Fucito, per lei che è anche un artista
multidisciplinare, in contatto con l’ambiente artistico locale e quello internazionale, il disegno rimane
sempre «il gesto intimo del creatore» legato all’arte classica, oppure ha acquisito un’identità più articolata e libera dai canoni
abituali?
Premessa.
Il disegno e l’arte del disegno sono
essenzialmente la rappresentazione di un oggetto, di un’immagine e di forme per
mezzo di linee. Il disegno non è solamente il primo gesto della fase
fondamentale di tutte le arti e la sua applicazione è inoltre utilissima nelle
arti industriali e meccaniche.
Bisognerebbe ricordarsi che l’arte
del disegno é antichissima, se ne trova menzione nella Bibbia fin dai tempi di
Giacobbe. Perché il disegno é in
qualche modo, parte della nostra natura, innato in noi come desiderio ed il
bisogno di ritrarre le cose
che ci ispirano e di cui
vogliamo ricordarci.
Ad esempio Plinio attribui’ l’invenzione del disegno alla figlia di
Debutade, vasaio del Sione, che contornò l’ombra del volto del suo amante che
per effetto della luce ardente appariva sull’opposta parete. O ancora in Grecia
per opera di Fidia e Prassitele scultori, di Apelle e Protogene, pittori (IV secolo a.C.). Con loro le arti del disegno raggiunsero una
grande perfezione. Etruschi e Romani anche se imitarono i Greci si distinsero
in tale arte senza pero’ arrivare alla perfezione. Cimabue, Giotto e Masaccio fecero rivivere le arti del
disegno, e Michelangelo assieme a Leonardo da Vinci misero in evidenza, con i
loro famosi cartoni, l’espressione della vita nelle piu’ perfette rappresentazioni
delle forme che ritroveremo poi nelle opere di Raffaello.
Sono l’abilità della mano e la
sicurezza dell’occhio l’unica
guida e qualità indispensabili al
disegnare, quindi esiste anche una grammatica del disegno trovando colà le regole indispensabili della
prospettiva (rappresentazione dell’immagine di qualunque oggetto, visto da un
dato punto su una superficie piana). Qui si dovrebbe parlare di una scienza
della rappresentatività attraverso
la prospettiva, che induce lo studio della figura, la copia dal vero, l’ombreggiatura
atta a definire l’apparenza del volume, il cosiddetto chiaroscuro che alimenta il senso del rilievo del disegno stesso.
Il disegno è soprattutto il padre delle tre arti, principio
fondamentale e generatore dei grandi capolavori di
pittura, scultura, architettura, di disegno industriale.
Il disegno è il mezzo d’espressione comune a tutti i creativi,
anche se non segue delle regole specifiche che ne dettino la tecnica, è
soprattutto vettore di un pensiero, come la scrittura, parla il linguaggio
degli occhi e dell’anima.
Il disegno è diffuso da sempre in tutte le culture ed è un
linguaggio universale compreso da tutti i popoli di qualsiasi epoca. Leon
Battista Alberti ne parlava come “opera d’ingegno”, Leonardo da Vinci come “discorso
mentale”, e Cennino Cennini come “il fondamento dell’arte”. E questo, nel
mondo digitale, non è ancora cambiato.
La scelta di
privilegiare il disegno come importante momento creativo dei singoli artisti e
architetti contemporanei ha voluto essere un esplicito richiamo al significato
come momento cruciale di ogni disciplina figurativa, quando il confronto con la
materia e con le idee è più libero, più diretto e di più marcata identità,
proprio nell'essere il soggetto
specifico di fare dell'arte.
Al di qua di ogni usuale giudizio storico-critico, sta la forza didatticamente
propositiva e provocatoriamente moderna del rilancio della grande tradizione
dell'Accademia di San Luca che fu, ai suoi inizi, Accademia del Disegno.
Ma
nell’arte della seconda metà del Ventesimo Secolo, il disegno si è trasformato,
ed ha acquisito un’identità più articolata e complessa. Non più soltanto come
strumento di ricerca visiva, o esercizio quotidiano legato alla mimesi del
reale, ha acquisito invece
le caratteristiche di un linguaggio espressivo autonomo e svincolato dalle
altre arti. È diventato luogo della visione, frammento poetico, territorio
delle idee e laboratorio del pensiero, ed inoltre scrittura interiore e spazio
progettuale. Esso é la visione per gli artisti che esplorano e privilegiano la
dimensione senica dell’arte, dove il tratto diventa un vocabolario simbolico
precedente all’opera. É anche un progetto per gli artisti che ritengono
necessario fissare sulla carta l’evoluzione di un pensiero che conduce all’opera,
frutto di un’attitudine processuale che trova nella propria espressione una
tappa fondamentale della genesi dell’opera stessa. Il disegno
quindi é inteso come visione, praticato da artisti che cercano il lato poetico
ed espressivo dell’opera, oppure il disegno puo’ anche essere inteso come
progetto dell’operato di artisti di matrice concettuale, punto di partenza
imprescindibile per una poetica legata alla dimensione mentale dell’opera.
L’artista per mezzo del disegno traduce nel suo
proprio codice (vocabolario visuale) i messaggi in un genere di segnali
trasmessi dall’arte, fare uno schizzo, ad esempio, é voler far passare le
proprie idee dello spirito sul foglio di carta. E fare delle macchie, é già
creare delle figure e accidentalmente delle forme, ecc., un processo che
stimula la creazione per mimesi
(imitazione).
Il disegno attuale spesso cerca di superare la realtà
stessa della rappresentazione,
vorrebbe divenire l’essenza, oppure l’anima o ancora il sentimento metafisico
delle cose che l’hanno inspirato. Spesso diventa quasi caricaturale come se
volesse allontanarsi dalla rappresentazione reale, evitando delle composizioni
minuziose, puntigliose e ipersensibili tanto da traformare i soggetti, cioé nel
senso di un andare oltre la forma, di tranformare oltre il limite delle
apparenze ed oltre le sembianze della realtà.
L’artista contemporaneo cerca di andare al di là di
ogni verosimiglianza, al di là anche di ogni consueta consistenza fisica fino
ad evocare una dimensione che direi metafisica della visione, quasi a toccare
il senso più vero del vero. Mi sembra che questo sia uno dei dati salienti dell’attuale
situazione dell’arte contemporanea, dove si cerca soprattutto un rapporto
solidamente autentico sulle circostanze emozionali, sensibili, poetiche di una
conteplazione delle cose che ispirano delle immagini espressivamente
significative per il tramite della traccia che guida la mano e l’occhio nel realizzare l’opera stessa.
Il disegno contemporaneo non riflette quello che
determinavano gli artisti classici, dominati dall’idea della sintesi, come
poteva essere Maillol per esempio, i suoi disegni esprimono il sentimento della forma, della bellezza di una
linea, della perfezione geometrica di un volume, della simmetria di un torso e
di tutte quelle sensuali architetture dove la sua immaginazione trovava il
piacere di realizzarsi.
Finalmente nel disegno attuale, quello che spesso
conta è la velocità del tratto, accelerazione, frenata, immobilizzazione :
segno immobile leggero, segno immobile pesante, quasi una macchia. Troviamo lo
spazio bianco, quello grigio e quello nero, lentezza e fulgidezza fino a
scoprire la soluzione dettata
dallo spirito e dal segno artistico interpretativo dell’artista : Walasse
Ting, Pierre Alechinsky, Henri Michaux et moltissimi altri (includendo anche me
stesso) artisti che obbediscono naturalmente ad un ordine interiore ed a un
condizionamento mentale dove puo’ imporsi anche l’automatismo del momento.
Dunque la forza del disegno, indipendentemente dal fatto che esso sia d’ordine
classico, oppure totalmente libero da ogni «grammatica», rimane e rimarrà
principalmente il sentiero principale della creatività artistica di ogni epoca.
(Gianguido Fucito 2014)
ARTISTA Multidisciplinare Gianguido Fucito
ARTISTA Multidisciplinare Gianguido Fucito
Sito dell'artista Gianguido Fucito
Selezione di opere di
© Gianguido Fucito
Comments
Post a Comment