Gianfranco Genoese


Gianfranco Genoese
 l’artista e le sue piazze salentine.
Di Eduardo Rodà
















“L’ immagine che ne deriva è la copia critica del vero.




L’ opera del Genoese, s’inscrive nella grande tradizione pittorica italiana del ‘900.

L’artista si serve della foto come momento iniziale del processo creativo, il rilievo fotografico   “alle prime ore del mattino” è  il primo gesto, quello fresco e spontaneo, le angolature e le prospettive si moltiplicano, la scelta si farà piu tardi.

La macchina fotografica si interpone tra il soggetto da ritrarre e l’occhio del fotografo-artista, la distanza tra i due è il “ momento “ da privileggiare.

Il Genoese, in questa serie sulle piazze del Salento, eccelle alla maniera di Hockney, il famoso artista inglese, vedette della pop-art internazionale, che s’interessava da qualche anno al paesaggio, rinnovando con una sua tradizione iniziata, anni fà, negli USA, quando ritraeva il grand-canyon.

Si può tracciare un parallelo fra i due creatori che consiste più nel procedimento e nei mezzi, che nelle tematiche, pur rimanendo sempre distanti, salvo per la serie d’aquerelli di Gianfranco, dove a mio avviso gl’intenti si avvicinano di più all’altro artista.

Basti pensare alla freschezza, all’immediatezza che il medium acquerello  ci dà nelle opere su carta del Genoese e le pitture ad olio dell’ artista britannico, trattate allo stesso modo, risultato: il lavoro dei due qualitativamente è similare ; non lontano per alcuni versi, anche dell’esperienza di Guttuso, nelle sue viste dei mercati siciliani e nelle sue nature morte.

“Le piazze” salentine dell’artista reggino, sono dei luoghi che creano una profonda nostalgia del presente, un pò alla maniera dei film di Woody Allen.
Piazze che aspettano di popolarsi prima per poi svuotarsi e che nei frangenti di tempo che li separa, lo “ snapschott “ fissa il momento ideale.

Piazze che ricordano quelle metafisiche di Giorgio De Chirico, “ Piazze d’Italia” che ci proiettano direttamente nel nostro XXI secolo.

Piazze riempite di luce accecante, immagini nitide, iperrealistiche, dai cieli pieni di nuvole, dai grandi e  infiniti. orizzonti
Nuvole, che richiamano alla mente le liriche di “Nuvole” di Fabrizio De André.

Costruzioni antiche e pavimentazioni in pietra e il disegno dai tratti puliti, barocco nella sua essenza.

Spazi esterni da riportare mentalmente in spazi interni, come un copia-incolla, da sistemare come background d‘ampie scene e proscenii teatrali.

Gli spettatori, loro, che popolavano ed erano il contenuto, osservano adesso dal di fuori il contenitore, che gli appare in una nuova dimensione, quella che è la vera immagine: una copia critica del vero, alla maniera  di Kubrik.

Le piazze che in altri tempi furono luoghi d’incontri intergenerazionali e di scambi d’opinioni di crescita civile, oggi, rimangono dei luoghi di transiti rapidi; le nuove piazze quelle dei mail commerciali d’americana influenza, sono luoghi dove si consuma quotidianamente l’annientamento personale dell’individuo alla ricerca di una possible notorietà attraverso l’acquisto di etichette di capi d’abbigliamento, proposte dalle case di moda e indossati per un défilé effimero.

L’attualità dell’opera di Gianfranco risiede nella presa di coscienza civile della grande eredità, di quella tradizione culturale italiana alla quale attingere per  costruire proiettandosi nel futuro quello che ci rende cosi unici agli occhi degli altri. Le nostre piazze, luogo civile per eccellenza, inimitabile.


























































GIANFRANCO GENOESE
Cenni biografici
Nasce a Motta San Giovanni il 10 0ttobre 1950.. Professore di   Educazione Artistica ad Ivrea, per oltre 37 anni educa  generazioni di ragazzi  ad amare e rispettare la natura arrivando con il  colore là dove non arriva la parola .
I sogni, l’immaginazione, la voglia di dire con i colori , il confronto con i grandi del passato e del  recente presente lo hanno impegnato  totalmente durante questi lunghi anni. 
Adesso,  da qualche anno, abita a Corigliano d’Otranto , uno dei tanti  paesi del Salento,  e   il suo viaggio nell’arte continua sulla tela.
La piazza, ecco la tematica intorno a cui gioca la sua fantasia , attingendo a quelle zone profonde della psiche inesplorabili persino dall’io che se ne fa portavoce,….non sta qui forse  la radice del “bello”….la “bellezza” che salverà il mondo?


Un invito a visitare la pagina webb di Gianfranco Genoese

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