Spazio colore e materia


Spazio,
colore
e
materia
Vivere con l’arte nelle sue forme geometriche

ESPACE, COULEUR ET MATIERE  /  SPACE, COLOUR AND MATTER
#Eduardo Rodà





































©Eduardo Rodà-Studio iniziale per Haute Vitesse-2004 -Archivi Rodà









Riprendendo il titolo e lo scritto di presentazione in catalogo della mia mostra, del 2004 alla Galerie Bernard di Montréal, la mia intenzione era quella di attualizzare il discorso intorno all’arte geometrica attuale.
Il professore Gianguido Fucito aveva ben specificato, nella presentazione in catalogo, parlando dell’astrazione geometrica come movimento che influenzerà piu tardi negli anni ’60 l ‘Op Art e la Minimal Art, fino alle ultime evoluzioni odierne, cosi lontane dalle ricerche iniziali di Mondrian e del costruttivismo, i paralleli possibili dell’arte del Rodà e dell’arte praticata dagli artisti della generazione precedente a Lui.

Nel contesto di oggi, l’attualità dell’arte geometrica e in divenire, diverse sono i modi del suo  manifestarsi, che variano dall’immediatezza del gesto pittorico con ampie campiture di colore dalle pennellate decise e dall’altra un’arte piu pensata ed eseguita con piu rigore estetico. In quanto alle tematiche, quelle richiamano i giorni nostri.

Qualche giorno fà mi soffermavo nel leggere un’ articolo, di un critico americano, sull’ Huffington Post, dove si parlava di zombie astrazione, di quell’arte prodotta oggi a New York, referenze e in contrapposizione all’arte degli anni ’50, che secondo lui considera oramai superata e classica come lo puo essere anche la pittura impressionista oggi, all’epoca dei saloni d’esposizione, gli artisti impressionisti venivano derisi e la propria arte veniva cosiderata non arte, con la grande A. L’impressionismo è stato un movimento rivoluzionario per l’epoca, per divenire a sua volta superato. In pratica, questo  è il raggionamento dell’autore dell’articolo.
Tale raggionamento, ci spinge a riflettere e ci muove a considerazioni varie.
In fondo in tutte queste nuove proposizioni non c’è niente di nuovo, sotto la luce del sole, tutto appare come una minestra riscaldata, tutto lievita.

Da parte mia non ho mai negato l’influenza che ho avuto rapportandomi all’arte dell’inizio del xx secolo, di come ho digerito il messaggio, di come ho tentato di spingere oltre i limiti, operando negli anni che vanno  dal 1977 ai giorni nostri e di come la cultura mia contemporanea abbia influenzato il mio percorso artistico.

Un’ultima considerazione, sull’arte astratta e geometrica, estremamente giovane come movimento, cent’anni dal primo acquerello astratto di Kandinsky, rapportandosi all’arte rappresentativa o figurativa, presente  da sempre, nei secoli.


Un testo - tre lingue


SPAZIO COLORE E MATERIA

Eduardo Rodà, Montrealese di nascita (1954), ha studiato in Italia e nel Québec. Questo documento visivo è una finestra aperta sulle sue opere recenti esposte alla Galerie Bernard dal 17 novembre al 18 dicembre 2004. Ancora una volta, le nuove opere propongono una riflessione sul mondo dell’arte attuale, un tempo di fermo- immagine, davanti all’invasione delle stesse nel quotidiano d’oggi.
Ecco diversi modi di vedere le immagini, confrontarle e opporle.

Ingaggiandosi nell’astrazione (geometrica), Rodà  ha spesso privileggiato il quadrato che rappresenta in un modo significativo il dettaglio di schermo e di material attraverso delle opere severe e spoglie. Anche se al primo sguardo le opere ci sembrano rigide e statiche, esse rivelano velocemente una profondità inusuale, densa di materia, dove l’immobilismo dell’immagine ci costringe alla ricerca di uno spazio familiare. Le tessiture assumono una responsabilità determinante, l’elaborazione degli spazi ci fanno rivivere in un modo percettivo il rapporto tra questi stessi spazi e il colore. Ciascun quadro si vuole anche una testimonianza d’uno stato d’animo decondizionato di tutta referenza storica.

L’astrazione geometrica e anche chiamata astrazione fredda, ombre e rilievi, il “geometrismo” non cessa d’esistere. Rodà opera una ricerca ostinata sui piani, le forme, le linee ed i colori come praticati da Dewasne, Herbin, Magnelli, Mortensen e altri, anche se sono stati occultati dalla concorrenza “lirica” di Nicolas Schoffer. Momenti artistici che sfocieranno negli anni 1960 in una nuova orientazione, apportata in parte dalla “Op Art” e dalla “Minimal Art”. Una evoluzione realizzata lontano dalle ricerche iniziali di Mondrian e del costruttivismo.

Rodà gioca sull’effetto matiera e sollecita dei valori sensoriali dove il segno, lo spessore della pittura, la vibrazione dei colori sono preponderanti. Infine il suo lavoro induce un effetto piscologico provocato essenzialmente dalla giustapposizione, oltretutto  della materia che del colore.
Gianguido Fucito

Gianguido Fucito – Canadese  e Veneziano di nascita. Artista multidisciplinare, collezionista d’arte, direttore di gallerie d’arte, critico, conferenziere e professore.
Attualmente, direttore della Galleria Bernard di Montréal e fondatore d’Arteka Cabinet-conseil (1998), attraverso la quale Lui mette a disposizione del gran pubblico e degli artisti, l’esperienza acquisita in trenta anni di teorie e pratiche dell’arte. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private.






























©Eduardo Rodà – Foto  bianco e nero - Michel Filion – Haute Vitesse – 2004 – Archivi Rodà








ESPACE, COULEUR ET MATIÈRE

Eduardo Rodà, Montréalais de naissance (1954), a étudié en Italie et au Québec. Ce document visuel est une fenêtre sur les œuvres récentes exposées à la Galerie Bernard du 17 novembre au 18 décembre 2004. Encore une fois, les nouvelles œuvres proposent une réflexion sur le monde de l’art actuel, un temps d’arrêt devant l’envahissement de l’image dans le quotidien d’aujourd’hui. Voilà diverses manières de voir les images, les confronter et les opposer.

En s’engageant dans l’abstraction (géométrique), Rodà a souvent privilégié le carré qui représente d’une façon significative le détail d’écran et de matière à travers des œuvres strictes et dépouillées. Même si au premier regard les œuvres nous semblent rigides et statiques, elles révèlent très vite une profondeur inusitée, dense de matière, où l’immobilisme de l’image nous force à la recherche d’un espace familier. Les textures assument une responsabilité déterminante, l’élaboration des espaces nous font revivre de façon perceptive le rapport entre ces mêmes espaces et la couleur. Chaque tableau se veut aussi un témoignage d’un état d’esprit déconditionné de toute référence historique.

L’abstraction géométrique est aussi appelée abstraction froide, ombre et relief, le « géométrisme » ne cessa pas d’exister pour autant. Rodà opère une recherche obstinée sur les plans, les formes, les lignes et les couleurs comme pratiqués par Dewasne, Herbin, Magnelli, Mortensen et autres, même s’ils ont été occultés par la concurrence « lyrique » de Nicolas Schoffer. Moments artistiques qui déboucheront dans les années 1960 sur une orientation nouvelle apportée en partie par « l’Op Art » et le « Minimal Art ». Une évolution qui a abouti loin des recherches initiales de Mondrian et du constructivisme.

Rodà joue sur l’effet matière et sollicite des valeurs sensorielles où le signe, l’épaisseur de la peinture, la vibration des couleurs sont prépondérants. Enfin son travail induit un effet psychologique provoqué essentiellement par la juxtaposition, autant de la matière que de la couleur.
Gianguido Fucito

Gianguido FucitoCanadien et Vénitien de naissance. Artiste multidisciplinaire, collectionneur d’art, directeur de galeries d’art, critique, conférencier et professeur. Actuellement, directeur de la Galerie Bernard de Montréal et fondateur d’Arteka Cabinet-conseil (1988), à travers lesquels il met à la disposition du grand public et des artistes, l’expérience acquise en trente années de théorie et pratique de l’art. Ses œuvres font partie de nombreuses collections publiques et privées.













 ©Eduardo Rodà – Haute Vitesse – 2004- acrilico su tela cm. 36.5x50 – Archivi Rodà







SPACE, COLOUR, AND MATTER

Eduardo Rodà, Montrealer by birth (1954), studied in Italy and in Quebec. This visual document is a window on his most recent works exhibited at Galerie Bernard, from November 17th to December 18th, 2004. Once again, his recent paintings suggest a reflection on the current art scene, a pause before the image’s intrusion on everyday present life. Here are works that demonstrate different ways an image can be looked at, confronted, and opposed.

By committing himself to (geometric) abstraction, Rodà often favours the square, representing in a significant manner, the details of screen and matter through austere works reduced to their spartan essence. At first glance, his works appear rigid and static, but, they quickly reveal an uncommon depth, rich with matter, whereby the arrested image forces us to seek an area of familiarity. Textures take on a decided responsibility; spatial development allows us to relive, in a perceptual manner, the relationship between these same spaces and colour. Each painting is also a testimonial to a state of mind unconditioned by any historical reference.

Geometric abstraction is also called “cold” abstraction, shade and relief  “geometrism”, however, is still present. Rodà conducts an obstinate search of planes, forms, lines, and colours, as practiced by Dewasne, Herbin, Magnelli, Mortensen and others, even if overshadowed by Nicolas Schoffer’s “lyrical” tendency – artistic moments that emerged in the ‘60s, leading to a new direction brought on by “Op Art” and “Minimal Art”; an evolution that veered far from Mondrian’s and constructivism’s initial ideas.

Rodà plays with the effect of matter and seeks sensory values in which sign, layers of paint, and vibration of colours are predominant. Finally, his work leads us to psychological consequences brought about essentially by juxtaposition of matter as well as colour.
Gianguido Fucito


Gianguido FucitoCanadian, and Venetian by birth. Multidisciplinary artist, art collector, art gallery director, art critic, lecturer and professor. Currently Director of Galerie Bernard in Montreal and founder of Arteka Cabinet-conseil (1988). These two venues allow him to provide the general public and artists with thirty years of acquired experience in the theory and practice of art. His works are found in numerous col- lections, both public and private.

Translated by Ana Rodà

















































©Copertina Catalogo – Eduardo Rodà














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