Gli outsiders dell'arte


Gli outsiders dell’arte
Di Eduardo Rodà























Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a profondi cambiamenti nel modo di fare arte e di proporla. Negli anni ottanta in particolare si sono creati i presupposti per i cambiamenti a venire.

 Artisti come Keith Haring e Basquiat, per fare qualche nome, sono emersi dal bollente mercato dell’arte dell’epoca, imponendosi con prepotenza sulla scena internazionale.
Da artisti Underground (letteralmente che erano, poichè spesso i loro interventi avvenivano di notte nella metro di New York) divennero ben presto Outsiders, lavorando in superficie, per poi essere definitivamente risucchiati dal Sistema Arte.
I passaggi obbligati per arrivare alla Gloria fanno parte delle regole del gioco, del sistema  arte, nella società in cui viviamo.

Gli Outsiders, in America sono artisti che hanno deciso di muoversi fuori dai canali tradizionali dell’arte, dove gli attori principali sono: agenti, gallerie, collezionisti e istituzioni; auto-promovendosi e creando dei nuovi canali come: tra le altre, le fiere d’arte le quali essendo alternative al sistema tradizionale, richiamano orde di visitatori affascinati dall’aspetto novità, oggi, anche loro sono alla ricerca di un possibile pubblico di compratori.
 Per gli europei, in Europa gli artisti outsiders sono considerati come coloro che operano ai limiti dell’arte naïf e non si interessano alcunchè ad essere riconosciuti,  praticano un’arte povera di contenuti e di forma.

La Street Art, rafferma nel suo senso piu largo diverse tendenze, fino a quella forma piu democratica di decorazione e interventi pittorici di grande rilievo,  di recupero di zone urbane in declino ed ex parchi industriali.
I primi interventi artistici da Outsiders e Strett art, furono considerati fuorilegge poichè saranno eseguiti nello spazio pubblico e nell’arredo urbano, trasgredendo le leggi viggenti, sono tutt’ora in corso dibattiti tesi sui costi reali di denaro pubblico rilegati alla pulizia di muri di proprieta private.
Altri, saranno gli interventi di graffitismo urbano, dove si creerà l’aureola dell’artista sconosciuto e difficilmente riconoscibile ed  altri ancora, riconoscibili per lo stile e la grafia, questi fattori alimentano di fatto la notorietà ed il culto della personalità, vedi Banksy, infatti in questo 2 giugno  2015 e stata venduta all’asta da una casa francese a Parigi per 750.000 Euro, una delle sue prime opere monumentale, dipinta su un camion rimorchio, lunga 10 metri.

Negli anni ottanta, nel quartiere di Soho a New York, era concentrato il piu alto numero di gallerie e atelier d’artisti al mondo. Dieci anni dopo,  una forte speculazione edilizia s’innesco' in questa parte della città, molti artisti dovettero lasciare i luoghi e tante gallerie spostarsi di zona, gli artisti avevano partecipato attivamente suo malgrado alla valorizzazione del quartiere, ma purtroppo non erano gli artisti a raccogliere i frutti, bensi gli speculatori.

Il sistema recupera tutto, si! anche le forme d’arte apparentemente piu rivoluzionarie, anche i possibili Outsiders dell’arte, saranno recuperati, questo è il tragico destino e per tutti coloro che non entreranno a fare parte di questo mondo, l’oblio e la sparizione li attenderà, salvo in ultimo, se le rare  gallerie, che per molteplici motivi si siano date come mandato di recuperare storicamente quegli artisti che furono dimenticati nel corso degli anni, decideranno di riproporli sul mercato secondario ed istituzionale.

Qui nel Québec e in Canada, generazioni d’artisti abbiamo fatto la trafila, passando alla volta: da centri d’artisti autogestiti a gallerie parallele, da centri comunitari e gallerie di case della cultura, per approdare in fine alle gallerie commerciali.
Per anni questo e stato il percorso anche per tutti quelli che erano in definitiva degli Outsiders malgrado loro.

Finalmente la questione e una sola, a chi destinare l’opera d’arte e come? Esiste un mercato dell’opera d’arte? Difficile rispondere,  Eventualmente!   i compratori che hanno deciso di destinare una somma di denaro per accedere all’opera, saranno loro a crearne il valore commerciale.
Per loro, l’arte e un bene di consumo, come tutti gli altri beni e il suo comportamento nell’acquisto di tali beni non differisce dall’abitudine che hanno d’appropiarsi dei beni in generale, lo vediamo nei consumatori al di sotto di trent’anni che comprano on-line praticamente quasi tutto.


In questi ultimi giorni abbiamo letto, su alcuna stampa  economica, la notizia che la vendita all’asta del quadro di Picasso Femmes d’Alger, batteva tutti i record di vendite da sempre. Questo sarebbe lo scandalo! ed ancora una volta “sono anch’io capace di fare questo” l’esclamazione la piu rituale.

La notizia riportata non era una notizia artistica in se e neanche economica per la verita', poichè, si screditava di fatto il valore intrinseco dell’opera in quanto tale e non si parlava della speculazione in atto, dettata da puri meccanismi economici che reggono l’offerta e la domanda dei beni di consumo, qualcuno ha dovuto pur pagare per avere questo benedetto quadro e questo qualcuno non era un pazzo, diciamolo francamente.
 Tale quadro per il suo immenso valore “commerciale”, poichè quello spirituale passerà in secondo piano, sarà evacuato dalla vita quotidiana, lontano dalla fruizione del pubblico dei musei, dagli sguardi inopportuni degli umani, sarà un quadro alla volta: Underground ed Outsiders, per poi sparire  definitivamente dalla circolazione, che orribile fine.


















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