La persistenza della memoria


La  persistenza
della  memoria
Eduardo Rodà

































©  Eduardo Rodà - IMMAGINE MEMORIA 1992 – acrilico su tela cm. 122x184 – Collezione Privata Arteka - © Foto Archivi  Rodà







Il piu delle volte il negazionismo nasce e prospera come volontà speculativa di negare l’evento delle cose, che siano del presente o del passato piu recente, spetterà agli storici, gli archeologhi ed gli scienziati, il compito di fare chiarezza su avvenimenti piu lontani.

Nell’epoca in cui viviamo, il relativismo la fà da padrone, soprattutto nei media sociali, la capacità di discernere la veridicità delle fonti appartiene ad ognuno ed a tutti allo stesso tempo, la scolarizzazione dell’individuo faciliterà le scelte e le selezioni d’informazioni a partire da una massa inverosimile di sollecitazioni audio e visive, gli altri i tanti, continueranno ha soddisfare i propri bisogni d’informazione rapido/presto da fast-food, sempre dai soliti canali, sollecitandoli inverosimilmente come presi da un tic nervoso, aspettando chissa quale novità.

Glorificando, il momento presente, l’adesso, assistiamo con impotenza, alla sparizione della  persistenza della memoria, facendo tabula rasa del passato, rischiamo d’ipotecare il prossimo futuro che e già il domani.
Evacuare la memoria significa  promuovere un déjà vu facendolo passare per novità assoluta, il motto usuale che in altre epoche era: piu si cambia, piu è la stessa cosa, serviva ha ricordarti ed ha spronarti a prendere delle direzioni inconsuete nel tuo lavoro e principalmente ad informarti  su quello che succedeva o era successo, per poi meglio agire, senza sprecare un’esistenza a percorrere strade che altri avevano gia percorso prima di te.

Le industrie che producono beni di consumo, conoscono molto bene, quanto sia importante la ricerca del nuovo in assoluto, vitale per le vendite ed i profitti, la proposizione di prodotti a scadenza fissa annuale, anche nel caso di un revival espressamente non dichiarato e li per convincere meglio gli speculatori di titoli in borsa ed i compratori in cerca di nuove emozioni.

In arte, oggi piu che mai, assistiamo spesso ad un collage creativo vario, le proposizioni che sono date a degustare  a volte sono di pessimo gusto e si apparentano facilmente in gergo, ad una minestra riscaldata.
Per non parlare delle persone che gestiscono i luoghi dove si propone l’arte, molti sono i casi di incompetenze e disinformazione da illetterati, l’incomprenzione di linguaggi artistici e tantomeno delle poetiche che animano l’artista, li fanno apparire superficiali e spesso egocentrici, miranti all’unico interesse che rimane quello delle vendite.

La severità di un’autocritica personale, che si dovrebbe fare a monte ad ogni percorso creativo ed artistico e completamente evacuato dal dizionario personale dell’artista odierno, proporre con insolenza e non curarsi delle possibili conoscenze altrui, significa porsi in una condizione astorica, dove le memorie, appartengono semplicemente al tasto Finder, di una tastiera.
Attivare le memorie sul piano personale ha un significato che và al di là delle semplice conoscenze e che induce ha porsi le domande esistenziali di sempre:
chi sono, cosa faccio  e dove vado.

Prendere il tempo, fermare il tempo con atti significativi del proprio passaggio, significa in qualche modo, sviluppare un senso di lascito, d’eredità e di memorie, altrimenti, si lascerà via libera all’era della desertificazione numerica e il monito suonerebbe come un benvenuti nel nuovo medioevo.


  Breve storia di un quadro





                                                                                 (Immagine Memoria)

Lavoro del 1992, sviluppa in se l’idea della memoria al centro, in referenza anche al mondo tecnologico ed alle sue memorie vive. L’inquadratura dell’opera per similitudine richiama le inquadrature d’immagini generate con l’uso dell’ordinatore e alle sequenze dei film.
Altresi viene ribadito il concetto della copia e del suo simile, dell’originale, per affermare ancora di piu l’aspetto critico della produzione di una immagine e le scelte fatte a priori dall’artista, su una base di dati ed una moltitudine d’informazioni audio-visive che saturano e caratterizzano il nostro quotidiano.

 ©  Eduardo Rodà - IMMAGINE MEMORIA 1992 – acrilico su tela cm. 122x184 – Collezione Privata Arteka - © Foto Archivi  Rodà
































I  5  PIU LETTI su Pagine Parole Arte

* Artisti, blogosfera……and Dalí
   by Eduardo Rodà and Ana Rodà
* Maria Teresa Bagnato – giovane architetto a Milano
* Gli anni duemila
* Guido Costantino – progetto architettura

* Dagli scuri cacciati








Comments

Popular Posts