Guido Costantino - progetto architettura
Guido Costantino – progetto architettura
“ Progetto qualcosa che mi piace, che mi entusiasma ed ho fiducia che a qualcun’altro piacerà”.
Di
Eduardo Rodà
Successo di pubblico e critica, avevano
sottolineato accogliendo positivamente il nuovo progetto della residenza
Belvedere alla periferia urbana di Toronto, al quale Guido Costantino Studio, aveva
apposto la sua firma, tutto questo e dopo l’intervista già apparsa nel numero autunnale
di XXI secolo nel 2011.
Per la Belvedere e per Church, aggiorno oggi in questo articolo, con delle foto, già ampiamente apparse su altri media d’interesse architettonico e design.
Guido Costantino, ha lavorato strenuamente, in questi ultimi due anni, portando a compimento progetti come: una casa nel quartiere Roncesvalle, la residenza Upton e una lampada per il nuovo spazio del Winebar Buca. Tanti altri progetti sono in via di essere portati a termine, per altri ancora ultimi ritocchi e ripensamenti sulla tavola di disegno, marcano il tempo della creazione e della progettazione.
Per la Belvedere e per Church, aggiorno oggi in questo articolo, con delle foto, già ampiamente apparse su altri media d’interesse architettonico e design.
Guido Costantino, ha lavorato strenuamente, in questi ultimi due anni, portando a compimento progetti come: una casa nel quartiere Roncesvalle, la residenza Upton e una lampada per il nuovo spazio del Winebar Buca. Tanti altri progetti sono in via di essere portati a termine, per altri ancora ultimi ritocchi e ripensamenti sulla tavola di disegno, marcano il tempo della creazione e della progettazione.
Guido Costantino è nato il 9
marzo 1969 a Toronto. Ha studiato e conseguito il Bachelor in Architettura,
all’Università di Toronto (The University of Toronto) è sempre in questa città,
la grande metropoli canadese vive e principalmente opera.
Nella sua pratica quotidiana, “il
progetto” come tale, riveste un’importanza primaria, pietra miliare, di ogni
intervento architettonico. La geometria e la simmetria dei volumi, definiscono
lo spazio e lo scandire degli spazi interni, che si rivelano agli occhi e alla
presenza, all’occupazione fisica e in definitiva all’appropiazione democratica
dell’architettura civile.
Numerose, le riviste specializzate, che si sono
interessate al suo lavoro: Contemporist-2009, Architecdecorating-2011,
Designlines-2011; esposizioni e premi: Wallpaper-Global exhibit,
Fiera di Milano-2006, Canadian Interiors-Best of Canada Award-2005, Icff
Exhibit-Cool Country Hot Designers-New York City, Virtu 10-Production Category
Winner-1996, Tripei Journal-Finalist Prize Winner-1993. Progetti recenti: Caffè Pamenar-2010, Ristorante Buca-2010, numerose le residenze private.
M’ interessai al
lavoro di Guido Costantino, nell’articolo del 24 gennaio 2011, “Percorsi di creatività attuale”,
presentandolo allora in un flash-art, con l’intenzione di ritornarci un giorno
ad approfondirne i contorni.
Ho raggiunto
Costantino, per video conferenza, nel suo
studio di Toronto, distogliendolo dal suo lavoro abituale ed in compagnia
della moglie fotografa, Domenica Rodà, è Lei che cura i servizi fotografici
delle realizzazioni architettoniche e in questo caso da tramite per
l’intervista. In quest’autunno soleggiato, Guido Costantino si è prestato
all’incontro e ai nostri lettori.
E.R. Come definisci il tuo lavoro e come
inserisci il tuo modo di lavorare nell’architettura contemporanea ?
G.C. Sembra una domanda facile,
ma non mi sta bene inquadrare il mio lavoro in una dottrina o uno stile, (ismi-o-ismo).
Chiaramente, sono un progettista contemporaneo, sento di appartenere alla mia
epoca e il mio lavoro la riflette.
Apprezzo l’arte, la bellezza
dell’architettura e del design precedenti, non ho una nostalgia particolare per
le vecchie forme e nessun impulso
per rifarli in modo derivato. Un
esempio, l’Olivetti Valentine di Sottsass è una bellissima macchina da
scrivere, l’apprezzo molto a livello di design, ma la macchina da scrivere,
oramai, fa parte del passato. Mi interessa molto di più la metedologia che c’è
dietro il disegno, piuttosto che creare una nuova macchina da scrivere, che
oggi non avrebbe più senso.
Per quanto riguarda il mio lavoro,
riconosco d’ imporre una certa geometria e simmetria ai miei progetti. Mi
interesso soprattutto di spazio, di ordine spaziale, di come questo spazio scorre e si rivela, piuttosto che
parlare di uno stile o di una dottrina. Può sembrare un metodo calcolato ed
eccessivamente razionale, ma è anche intuitivo, una certa sensibilità che mi
induce a dire che dovrebbe essere così e non diversamente.
Riguardo, quello che disegno, non
sono discriminante. Mi piace essere capace, di giocare con le diverse scatole del
disegno. Sono ugualmente eccitato, nel disegnare una lampada, una saliera/pepiera,
quanto una residenza o un ristorante.
E.R. Come cambia secondo te il modo d’abitare
?
G.C. In modi diversi, tramite
l’economia, cambiamenti sociali, la politica, la tecnologia e la crescita delle
città, recentemente anche la
preoccupazione per l’ambiente. Il modo in cui cambia il nostro modo di vivere
non e` sempre intuitivo. Per esempio negli ultimi cinquant’anni anni, le case
sono diventate sempre piu grandi, mentre le famiglie sono divenute più piccole.
Penso all’automobile, perfetto
esempio di una tecnologia che ha cambiato non solo il nostro modo di viaggiare
ma anche di come si sono
sviluppate le nostre città e di come attualmente costruiamo le nostre case.
Staremo a vedere come le nuove tecnologie cambieranno le nostre vite nei
prossimi cinquant’anni.
E.R. Progettare per chi ?
G.C. In definitiva dipende sempre dal progetto.
Se si parla di una residenza
privata, ovviamente penso al cliente, al luogo ed ai limiti che impone il
preventivo finanziario. Il presupposto di base sarebbe che il cliente mi abbia
scelto poichè condivide ed ha una visione similare alla mia.
Diversamente dal pittore, che solo,
davanti alla sua tela, ha tutta la libertà per creare; l’architetto ha sempre
un rapporto diretto con il cliente, durante tutte le
fasi, dall’ esecuzione alla realizzazione del progetto
stesso.
Inversamente, quando si parla, di un prodotto di disegno
industriale, ho più libertà, progetto qualcosa che mi piace, che mi entusiasma
ed ho fiducia che a qualcun’altro piacerà.
E.R. Costruire in città o in periferia ?
G.C. In entrambi.
Non faccio distinzioni, poichè mi interessa molto di più
il progetto, che il luogo dove si troverà. A livello di design, ognuno ha le
sue sfide e le sue soddisfazioni.
E.R. Parlami del
tuo ultimo lavoro.
G.C. In questo periodo ho più
progetti: ristoranti, residenze private ed una lampada che stò progettando
direttamente con un distribuitore.
Recentemente, ho finito di
realizzare una casa contemporanea per una giovane famiglia. La residenza è a
due livelli, su un terreno boscoso, la “palette” di colori dei mteriali è monocromatica.
La casa ha la forma della lettera
“L” , nel suo invaso, si crea un cortile, che si può vedere dall’interno
dell’abitazione, dalle sue vetrate
enormi, dalle quali entra, abbondantemente anche la luce diurna, naturale.
“Il viaggio” con i clienti, è
stato interessante. Inizialmente, loro, avevano una certa concezione del moderno,
che non coincideva affatto con la mia. Ne abbiamo discusso, con l’aiuto di disegni
e di modelli in scala, alla fine convinti, hanno consentito alla progettazione e alla realizzazione
della loro casa.
E.R. Grazie Guido Costantino, per il tempo che mi hai
concesso, ti auguro tanti altri progetti, uno dei quali qui a Montréal, ciao ….
REALIZZAZIONI
Residenza Belvedere
Residenza Fairlawn
Residenza Beaucourt
Fusaro
Per ulteriori informazioni su Guido Costantino Architetto, visita il sito:
Eduardo Rodà proscenio170@gmail.com
Nei siti seguenti:
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