Versi poetici


Versi poetici per un inverno pittorico
Di Eduardo Rodà

Gli artisti, da sempre, sono stati interpellati dalla natura, via la pittura.
Un pò meno gli artisti che operano in un contesto contemporaneo, i quali sono più attenti a pratiche artistiche che riflettono preoccupazioni sociali e alla preservazione dell’ambiente, con medium che spaziano dalla video-arte, alle installazioni in situ e alla fotografia; la pittura? rimane ai margini! rapportandosi al numero di mostre che le vengono consacrate.

Riproporre, quì, dei testi e delle scene pittoriche, in particolare dell’Italia e dell’Europa, ci permette di rivivere con un occhio diverso, le qualità delle proposizioni, in un assemblage, non necessariamente lineare e cronologico, partendo dal 1610 per arrivare all’ epoca pre-moderna., prima dell’avvento delle Avanguardie Storiche.

D’altra parte, molti sono gli artisti, giovani e meno giovani, i quali, alla pittura, in senso stretto del termine e non nella definizione la più classica, resterebbero legati ancora oggi.  Preoccupati a risolvere pittoricamente, le sfide e le problematiche della creatività artistica odierna, legati ad un mondo diversificato e sempre in evoluzione.
Picasso, artista moderno, amava ripetere spesso:  quando dipingo risolvo dei problemi pittorici”.

La pittura di paesaggio americana e quella canadese, particolarmente, ci appare che rivivano, oggi, dopo quella degli inizii del XX secolo, una seconda età d’oro.
In una mostra, di recente inaugurata a Londra, dal titolo: “Canadian Landscape”, Tom Thompson e il gruppo dei sette di Toronto, sono all’onore.                                                                                         Bisogna risalire nel tempo è di ben ottant’anni, che non si  vedeva in territorio inglese, un simile rinnovato interesse verso l’arte canadese.

Per l’occasione, un noto critico d’arte del giornale Guardian, non ha usato mezzi termini per qualificare la scuola canadese di paesaggio la più importante scuola del XX secolo.



                                                                   


























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                                                                     Inverno pittore
di H. D. Thoreau
È straordinario pensare a quale varietà di colori
ben distinti possa offrirci l'inverno, e ciò usando
di tante poche tinte, se così vogliamo chiamarle.
La limpidezza e la purezza particolarissima dei
colori rappresentano probabilmente il fascino
maggiore di una passeggiata invernale.
C'è il rosso del cielo al tramonto, e della neve
di sera, e dei lembi di arcobaleno durante il
giorno, e delle nuvole basse.
C'è l'azzurro del cielo, e dei riflessi dell'acqua,
e del ghiaccio e delle ombre sulla neve.
C'è il giallo del sole e del cielo crepuscolare al
mattino e alla sera e del carice (o color paglierino
che, diviene brillante se, a sera, viene illuminato
sull'orlo del ghiaccio) e tutti e tre nei cristalli di brina.
E poi i colori secondari, ecco il porpora della neve,
in mucchi e sulle cime delle colline, sui monti,
delle nuvole serotine.
Il verde dei sempreverdi, del cielo e del ghiaccio
e delle acque quando scende la sera.
L'arancione del cielo di sera.
Il bianco della neve e delle nuvole e il nero delle
nuvole stesse. delle acque agitate, dell'acqua che
s'infiltra nel sottile strato di neve sul ghiaccio.
Il ruggine, il marrone e il grigio dei boschi di
                                               alberi decidui.                                                                                                                                                Il bruno fulvo della terra nuda. 































La neve cade
di Boris Pasternak
La neve cade, la neve cade.
Alle bianche stelline in tempesta
si protendono i fiori del geranio
dallo stipite della finestra.
La neve cade, la neve cade
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
La neve cade, la neve cade,
la neve cade e ogni cosa è in subbuglio:
il pedone imbiancato, le pinete sorprese..



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La neve
di Renzo Pezzani
Viveva in una nuvola
come una gatta in soffitta:
stanotte, zitta zitta
la neve è caduta giù.
Cosa diranno i bambini
a vederla, già morta
sui gradini della porta.
come un povero caduto lì?
Aveva freddo e nessuno gli aprì.




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Nevicata
di Guido Gozzano
Dalle profondità dei cieli tetri
scende la bella neve sonnolenta,
tutte le cose ammanta come spettri:
scende, risale, impetuosa, lenta.
Di su, di giù, di qua, di là s'avventa
alle finestre, tamburella i vetri...
Turbina densa in fiocchi di bambagia,
imbianca i tetti ed i selciati lordi,
piomba, dai rami curvi, in blocchi sordi...
Nel caminetto crepita la bragia..


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Neve
di Umberto Saba
Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli,
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che aman le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
ed allora discese lieve lieve
la fiorita di neve.


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La neve
di Gabriele D'Annunzio
Scendi con pace,
o neve: e le radici
difendi e i germi.
che daranno ancora
erba molta agli armenti.
all'uomo il pane.
Scendi con pace, si che al novel tempo
da te nutriti, lungo il pian ridesto,
corran qual greggi obbedienti i fiumi.



La meseta d'inverno
di Federico Garcia Lorca
Il cielo è di cenere.
Gli alberi sono bianchi,
..e son carboni neri
le stoppie bruciate.
Ha sangue asciutto
la ferita dell'Occaso,
e la carta incolore
del monte è raggrinzita.
La polvere della strada
si nasconde nei burroni,
son torbide le fonti
e quieti gli stagni.
Suona in un grigio rossiccio
il campano del gregge,
e la noria materna
terminò il suo rosario.
Il cielo è di cenere.
Gli alberi son bianchi.



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Vennero i freddi
di Attilio Bertolucci
Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.




Pastello del tedio 
di Aldo Palazzeschi
Dal grigio della nebbia fitta fitta
traspaiono cipressi
ombre nere
spugne di nebbia.
E di lontano dondolando lento
ne viene un suono di campana quasi spento.
Più lontano lontano
passa un treno mugghiando.




Inverno
di Umberto Saba
E' notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine, e guardi. Vibrano
i tuoi capelli selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l'occhio nero;
che quello che hai veduto - era un'immagine
della fine del mondo - ti conforta
l'intimo cuore, lo fa caldo e pago.
Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.
                 


                                                                         VIDEO
                                                  Fabrizio De Andrè - Cantautore
                                             http://youtube.com/watch?v=1FSU_EJjp3s


* Per tutte le foto © d’autore - WIKI COMMONS

1-  1913 - Koloman Moser -  Inverno
2- 1880 - Berthe Morsot – Inverno
3 - 1610 - Hendrick Avercamp – Scena sul ghiaccio
4- 1899 - Camille Pisarro – Un giardino in un pomeriggio d’inverno
5 - 1896 - Alfons Mucha – Inverno
6- 1797 - George Romney – La tempesta Atto 1 Scena 1
7 - 1909 - Kazimir Malevich – Paesaggio Invernale
8- 1625 - Jan van Goyen – Inverno
9 - 1755 - Francois Boucher – Inverno


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