Joseph Giunta, post moderno, solitario ed intimo
Joseph
Giunta, post-moderno,
solitario ed intimo.
(Pubblicato il 24 aprile 2010)
(Sixteen Island Lake)
Joseph
Giunta era all’apice della sua carriera, quando la tragedia segnò una svolta
significativa, nella sua vita d’artista e di famiglia. Il decesso prematuro del
figlio unico, Enzo, lo costrinse a rifugiarsi nell’isolamento e nel dolore
profondo.
Egli aveva già esposto
nelle gallerie della provincia del Québec. La collaborazione con la galleria Zanettin che lo
rappresentava, gli permise gran
parte della diffusione delle sue
opere attraverso il Québec. Ad esempio, nel 1970, il governo stesso del Québec,
l’invitò a partecipare
all’Esposizione Universale di Osaka in Giappone.
Nonostante le
difficoltà incontrate e la tragedia dovuta al recente lutto, Giunta, continuerà
a creare fino alla fine della sua vita.
Figlio di emigranti
siciliani, nacque a Montréal il 20 ottobre 1911. A 14 anni, frequentò i corsi serali di disegno e più tardi
si iscrisse anche all’ École-des-Beaux-Arts di Montréal. Dal 1935 al 1937 si ritrova
per motivi ed interessi artistici a Boston, dove tra l’altro segue dei corsi
d’arte in scuole rinomate. Nel
1955 soggiornerà anche in Francia ed Italia.
Sin dall’inizio
artistico egli fù influenzato, dai canadesi The
Group of Seven sia nelle creazioni paesaggistiche delle Laurentides che
quelle riferite alla costa canadese e americana dell’Atlantico.
Finalmente nell’ultima
mostra alla Galleria Zanettin di Québec il Giunta, oltre ai paesaggi abituali
espone alcune opere a carattere astratto. La sua transizione dalla figurazione
alla non-figurazione avviene allo stesso tempo degli artisti del Québec, quali Borduas e Riopelle. Una corrente
astratta che iniziò verso il
1945 continuando fino agli
anni 1960-1962, epoca in cui anche
Giunta fece il suo primo autoritratto, nel quale si evidenzia, in maniera
esplicita, la sua voluta
transizione pittorica. É da notare inoltre che nella sua transizione sperimentale e stilistica degli anni
1960, inizierà, per mezzo dell’inserimento nelle sue opere di motivi floreali,
a creare dei momenti più organici sino a rappresentare quelli di carattere
geometrico.
A seguito del decesso
del figlio Enzo, nacque una lunga serie di opere più intime dove l’ispirazione ed i soggetti
subirono un nuovo cambiamento, diventando più personali e utilizzando aspetti e
oggetti del quotidiano che saranno
la componente della sua nuova rappresentazione. Ritroviamo dunque i collages, il recupero di materiali
diversi tanto che il costrutto, il senso geometrico ed il colore avranno il
sopravvento sull’immagine stessa. L’artista, ormai avvilito dal dolore e dalla
tristezza si ripiega su stesso cercando proprio nell’atto creativo l’unica via capace di rendergli la vita sopportabile.
Joseph Giunta si
spense nel mese di gennaio del 2001, mentre stava preparando una personale per la Maison de la culture
Frontenac a Montréal. A seguito della mostra, il mondo dell’arte ed il pubblico,
riscoprirono, forse tardivamente e come molto spesso avviene, un artista di grande talento.
(Centre Histoire Montreal)
Dal 1975 egli rimarrà
quasi sempre isolato e rinchiuso in casa a ridosso dei grattacieli del centro
città. Uscendo unicamente per le faccende domestiche e nel contempo assisteva
quotidianamente anche la moglie afflitta dalla malattia d’alzaimer, conciliando
duramente, assistenza e lavoro
artistico. Ed è in questa casa che la regista Pepita Ferrari filmerà il
documentario Joseph Giunta: un triomphe
silencieux , il percorso intimo degli ultimi anni di vita dell’artista e
della sua gentile consorte. Per un estratto del film, consultare il sito
seguente: www.jgiunta.com/film/GiuntaFR.mpg
In 25 anni Giunta
sviluppò un lavoro artistico enorme, in silenzio, lontano da tutto
e da tutti rendendolo
appunto un post-moderno, intimo e solitario…una vera rivelazione.
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